Con la decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione Europea 2013/52/UE, Italia, Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia, sono stati autorizzati a cooperare per armonizzare le normative nazionali in un sistema comune di tassazione delle transazioni finanziarie. Già dallo scorso 22 gennaio i suddetti paesi hanno iniziato il proprio lavoro che, come specificato dalla stessa decisione, dovrà svolgersi nel rispetto delle disposizioni contenute nei trattati comunitari. Esso comprende la costituzione di un sistema comune di imposizione sulle transazioni finanziarie. L’ambito di applicazione e gli obiettivi della cooperazione rafforzata si fondano sulla proposta di direttiva della Commissione del 28 settembre 2011.
La necessità di rendere più equa e meno sbilanciata rispetto all’andamento dell’economia reale la tassazione delle transazioni finanziarie, era emersa nel 2011, quando la Commissione europea ne aveva preso atto, dando il via ad una proposta di direttiva finalizzata a mettere a punto un sistema comune d’imposta. Tuttavia la proposta non aveva ricevuto un unanime sostegno, tanto che gli undici Stati favorevoli si sono attivati “autonomamente” perseguendo questo fine comune che avrebbe come effetto l’annullamento di fenomeni di distorsione allocativa tra i mercati finanziari, una più efficace lotta alla evasione fiscale e una più puntuale applicazione delle convenzioni contro la doppia imposizione nel settore finanziario.