Gentile Direttore,
in relazione all’articolo pubblicato a pagina 3 della Voce di Rovigo del 30 agosto 2014, dal titolo “Un vizio da 225 milioni all’anno”, rettifico quanto segue. Nel pezzo mi viene attribuita la dichiarazione «Le slot-machine, chiamate anche videopoker, sono macchine indipendenti collegate al terminale dell’Aams», ma il giornalista ha riportato in maniera errata le mie parole. I videopoker sono apparecchi illegali dal 2004: queste macchine non possono essere paragonate in alcun modo alle newslot, anche se purtroppo, come ho riferito al cronista della Voce, continuiamo a leggere sui giornali il termine “videopoker” utilizzato come sinonimo di newslot.
Sulla distinzione tra slot e videolottery VLT, che fa parte del resto della dichiarazione a me attribuita, voglio precisare che la sostanziale differenza tra una newslot e una VLT è che mentre la prima è un apparecchio con al suo interno tutte le componenti per il funzionamento del gioco, la VLT è semplicemente un terminale che riceve delle informazioni da un server remoto. La newslot può funzionare unicamente se collegata alla rete telematica di AAMS, si attiva con l’introduzione di moneta e prevede un costo per partita non superiore a un euro, con vincita massima di cento. La VLT raccoglie gioco solo se collegata alla rete telematica del concessionario attraverso un server di sala: l’esito della singola partita, vincente o meno, è determinato dal sistema di gioco centrale per mezzo del cosiddetto Random Number Generator. Nella VLT inoltre è possibile introdurre monete, banconote e ticket cartacei, e le puntate variano da minimo 0,50 a 10 euro. La vincita massima per ogni partita è pari a 5.000 euro, ma esistono anche jackpot di sala e nazionali rispettivamente fino a 100.000 e 500.000 euro.