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Risposta all’editoriale del Secolo XIX

19/11/2014

Gentile Marco Menduni,

 

ho letto con interesse il suo articolo “L’assalto quotidiano al sogno dei giochi”, pubblicato nell’edizione di oggi de “Il Secolo XIX”, e, in qualità di presidente nazionale dell’Associazione Sapar (Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative), che da oltre 50 anni rappresenta e tutela le aziende di gestione e produzione degli apparecchi da gioco, vorrei esprimere una mia riflessione sull’argomento. 

Su un punto siamo certamente d’accordo: servono al più presto quei “provvedimenti incisivi” che mettano in atto, finalmente, una revisione organica di tutte le offerte di gioco in Italia. La Delega Fiscale può essere una grande opportunità. Come avrà certamente notato, contrastare il gioco d’azzardo patologico (GAP) ponendo delle limitazioni agli apparecchi, come è stato fatto in molte regioni e comuni, ha prodotto un solo risultato: incentivare involontariamente la proliferazione dei sistemi illegali (come i “totem” e i CTD), con la conseguente diminuzione delle risorse per lo Stato. Il settore delle aziende degli apparecchi è pronto a fare autocritica e a ragionare serenamente su misure che possano tutelare i giocatori più fragili e a rischio e che, al tempo stesso, non penalizzino chi produce occupazione nella più totale legalità.

 

Siamo pronti, inoltre, a impegnarci in quello che è, a mio avviso, il campo dove davvero si gioca la partita del contrasto al GAP: favorire una maggiore educazione al consumo da parte dei giocatori maggiorenni e promuovere iniziative rivolte ai minorenni per informarli sui divieti e per aiutarli a concepire in futuro il gioco come un momento di socialità e sano intrattenimento, e non come il “sogno” per svoltare. Ci siamo già detti favorevoli al divieto di pubblicità per i giochi, che troppe volte ha trasmesso messaggi diseducativi e fuorvianti. Negli ultimi mesi, inoltre, la Sapar ha ripristinato un collegamento con il mondo delle associazioni che si occupano di recupero dei giocatori patologici per studiare insieme iniziative concrete. Il primo passo è l’avvio di un ciclo di corsi di formazione sul GAP rivolto agli operatori del settore, iniziato a Roma il 13 novembre. Aspettando l’iniziativa dello Stato, sono convinto che l’impegno delle imprese e delle associazioni anti-GAP possa rappresentare una risposta importante.

 

I miei saluti più cordiali,

Raffaele Curcio

presidente nazionale

dell’Associazione Sapar

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