Gentile direttore Massimo Giannini,
sento la necessità di scriverle dopo avere assistito al servizio preparato dalla sua redazione sul tema del gioco e degli apparecchi, inchiesta che è andata in onda nell’ultima puntata di Ballarò. In qualità di presidente dell’Associazione Nazionale Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative (SAPAR), che rappresenta oltre 1.500 aziende di gestione e produzione di macchine da gioco, devo respingere con forza le accuse contenute nel servizio riguardanti una presunta truffa orchestrata dai gestori a danno dei consumatori. Se ci fosse stata data la possibilità di offrire un punto di vista alternativo, opportunità che non dovrebbe mai essere negata a chi viene chiamato in causa, avremmo informato gli spettatori e gli ospiti presenti in studio sul processo di certificazione da parte di enti terzi che ogni newslot legale installata in un esercizio pubblico deve rispettare. Ogni apparecchio, che deve ricevere l’omologazione, può funzionare solo se collegato alla rete telematica Aams, che garantisce la regolarità delle fasi e dei flussi di gioco. Bisognerebbe distinguere tra gli apparecchi legali, che subiscono precisi e rigidi controlli, e quelli illegali, che purtroppo sono sempre più diffusi e sui quali la stampa tace inspiegabilmente.
Mi permetto, inoltre, di farle notare come riportare le dichiarazioni di un giocatore, che racconta fatti riferiti da altre persone, senza alcuna verifica degli stessi, è un comportamento lesivo delle norme di deontologia professionale giornalistica. La Carta dei Doveri del Giornalista dell’8 luglio 1993, sul tema delle fonti è chiara: "Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l’attendibilità e per controllare l’origine di quanto viene diffuso all’opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti". Troviamo inaccettabile ed estremamente grave che vengano mandate in onda affermazioni calunniose senza alcun tipo di accertamento: per questo motivo, il nostro ufficio legale sta valutando azioni a difesa della categoria e della reputazione dei gestori degli apparecchi da gioco.
Un’ultima considerazione sui numeri mostrati nelle “slide” durante la trasmissione. Anche su questo punto, dobbiamo registrare imprecisioni e un resoconto incompleto. Il volume della raccolta di tutto il gioco, nel 2013, è stato di 84,7 miliardi di euro (fonte Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) ed è in calo dal 2012. Anche nel 2014, secondo le stime di ADM, il trend è negativo e lo è anche per gli apparecchi. Ben 24mila aziende collegate alle macchine da gioco non hanno rinnovato l’iscrizione nell’apposito registro: molte di esse hanno chiuso i battenti. Da quel dato sul “giro d’affari” poi vanno tolte le vincite restituite ai giocatori, 67,6 miliardi nel 2013.
Mi auguro che nelle prossime puntate la redazione di Ballarò voglia tornare sull’argomento del gioco, dando anche voce a un settore produttivo che, tra dipendenti diretti e collaboratori delle aziende dell’indotto, in Italia garantisce un reddito a circa 300mila famiglie. Siamo sempre disponibili a un confronto costruttivo, per garantire la massima tutela dei giocatori e delle imprese del settore.
I miei saluti,
Raffaele Curcio
presidente nazionale
Associazione Sapar