PUGLIA, LEGGE REGIONALE VIATICO PER I CTD, OPERATORI LEGALI A RISCHIO COLLASSO
DISTANTE (ASS. SAPAR): “LE NORME VANNO CONCERTATE CON LE ASSOCIAZIONI,ALTRIMENTI SI PENALIZZA CHI LAVORA NELLA LEGALITÀ”
“I dati pubblicati dall’Agenzia di stampa giochi e scommesse, ripresi nell’articolo ‘Puglia invasa dalle sale da gioco’, non fanno altro che ribadire un concetto che noi della Sapar avevamo anticipato già molto tempo prima dell’approvazione della legge regionale 43 del 2013: prima di redigere qualsiasi testo legislativo, le istituzioni dovrebbero ascoltare le associazioni di categoria, e da noi hanno sempre avuto la massima disponibilità al dialogo, altrimenti si rischia di colpire gli operatori onesti che lavorano nella legalità. E così è stato”. È questo il duro commento di Domenico Distante, Vicepresidente vicario dell’’Associazione Nazionale Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative (Sapar), che rappresenta oltre 1.500 aziende di gestione e produzione di macchine da gioco in Italia, in risposta all’articolo pubblicato su “Il Nuovo Quotidiano di Puglia”. Nel pezzo, scritto da Serena Costa, viene descritta la situazione della regione Puglia che, secondo i dati pubblicati dall’agenzia Agipro, ha visto una crescita esponenziale dei centri di scommesse senza autorizzazione, a seguito dell’approvazione della legge regionale del 2013 che prevedeva, per i soli punti scommesse autorizzati, l’adozione del distanziometro (stabilisce in 500 metri il limite dai luoghi sensibili come scuole, chiese e ospedali).
Secondo l’agenzia di stampa, infatti, nel 2014 i bookmaker senza autorizzazione sono praticamente raddoppiati, passando dai 924 del 2013 a 1.500 nell’ultimo anno (un migliaio censiti dalle forze dell’ordine e dai concessionari, circa 500 stimati negli ultimi sei mesi), contro poco meno di 800 sale regolari che impiegano in totale circa 3-4.000 dipendenti.
“Noi avevamo già predetto che questa legge regionale avrebbe portato solamente al proliferare del gioco d’azzardo a discapito del gioco legale – ha proseguito Domenico Distante -, perché chi installa totem e CTD non ha bisogno di rispettare alcuna regola, mentre la norma regionale va a colpire sia le Awp che le Vlt. Spero vivamente che attraverso la Delega Fiscale si possa uniformare su tutto il territorio nazionale un impianto normativo comune, evitando di legiferare a livello regionale o, peggio ancora, a livello comunale; per questo le istituzioni devono impegnarsi e garantire un dialogo con le associazioni di categoria, per redigere un testo coerente e univoco, che possa permettere agli operatori del settore giochi di lavorare nella legalità”.
La situazione attuale, quindi, per i gestori degli esercizi legali è paradossale: i punti vendita regolarmente autorizzati rischiano di non aprire a causa del distanziometro, mentre i centri trasmissione dati proliferano indisturbati. “Ci tengo comunque – ha concluso Distante – a ringraziare le questure competenti e i loro dirigenti, per aver sempre ascoltato e interloquito con le associazioni di categoria, ed essere pronti ad intervenire quando necessario”.