Corsi di formazione per operatori del gioco al vaglio anche nel Comune di Perugia. Patoia (Ass. Nazionale Sapar/Confesercenti):”Formazione e professionalizzazione degli operatori necessarie per la tutela del giocatore; limitazioni e proibizionismo sono solo dannosi”
È stata approvata all’unanimità dalla IV commissione consiliare permanente del Comune di Perugia, l’ordine del giorno riguardante l’“Attivazione di progetti formativi presso le Istituzioni Scolastiche finalizzati alla prevenzione, al contrasto e alla riduzione del rischio dalla dipendenza del gioco di azzardo”, in attuazione della l.r. 21 novembre 2014, n. 21.
L’argomento è stato posto all’attenzione dal consigliere Stefano Giaffreda (M5S), il quale ha voluto presenti al tavolo di discussione anche l’Assessore Waguè, la Dott.ssa Migliarini, il Direttore Regionale Salute Welfare dott. Walter Orlandi, la Dott.ssa Covino responsabile del Sert, il presidente della delegazione umbra dell’Associazione Nazionale Sapar, Dott. Luca Patoia, e il Dott. Riccardo Angeletti Presidente del Siipac Umbria.
“Quando alcuni consiglieri comunali hanno riproposto la possibilità di introdurre una limitazione agli orari degli apparecchi da intrattenimento, siamo subito intervenuti per spiegare all’amministrazione che questa non è la soluzione al problema del GAP – ha dichiarato Patoia – ; e l’esempio di Bolzano ormai ha fatto scuola: la città che ha posto la normativa più stringente ha visto aumentare i casi di persone affette da dipendenza da gioco”.
Il presidente della delegazione umbra ha quindi ribadito che “In regioni come quella del Trentino Alto Adige o quella della Lombardia l’introduzione di tali divieti non ha portato altro che alla proliferazione di apparecchi non regolari, come i totem, e del gioco online; si spengono le slot e si attivano i dispositivi di gioco per i quali il controllore non può intervenire. Anzi, viene meno anche la tutela del giocatore.
Certamente siamo sensibili alla questione legata all’abuso di gioco e riteniamo fondamentale il ruolo dei gestori di sala, che possono porsi come interlocutori per offrire un primo aiuto al potenziale ludopata. Per questo da tempo ribadiamo la necessità di formare e professionalizzare gli operatori del settore, che certamente conoscono bene sia la propria clientela che gli eventuali abusi che si possono fare dei prodotti di gioco, e che per questo rappresentano il soggetto naturalmente preposto a riconoscere i primi segnali di malattia”.
Conclude quindi Patoia ricordando che “è da cinque anni che segnaliamo la necessità di svolgere corsi di formazione sui quali la Regione sta lavorando . Mi auguro che con il coinvolgimento e la collaborazione fra amministrazioni locali e associazioni di categoria si riesca a realizzare un progetto utile e proficuo per tutti”.