“In merito ai dati pubblicati sul settimanale Settesere dell’11 maggio, nell’articolo a titolo “Nel Territorio 120 gli esercizi che non rispettano le distanze minime” a cura del Signor Riccardo Isola, ed in particolare rispetto ai dati contenuti nel “box” a complemento dello stesso dal titolo “I numeri dell’usura” ci dispiace constatare come, ancora una volta, parte della stampa emiliano romagnola tenda a fare propaganda politica anziché dare corretta informazione”.
Così Massimo Roma (SAPAR), commentando gli articoli pubblicati sul settimanale Settesere dell’11 maggio dal titolo ““Nel Territorio 120 gli esercizi che non rispettano le distanze minime” e “I numeri dell’usura”, a firma di Riccardo Isola.
“A tal fine, poiché di numeri si parla, – afferma Roma – approfondiamoli per una volta in maniera seria facendo alcune considerazioni che mi aspetto vengano prontamente rettificate dalla Vostra testata e che, una volta pubblicate, sicuramente verranno recepite dall’attento lettore.
Nello sviscerare i dati forniti con il “box”, ci preme in effetti mettere in evidenza, come i dati riportati nello stesso siano clamorosamente tendenziosi e fuorvianti.
A questo riguardo i dati UFFICIALI forniti da AdM evidenziano che il “giocato” SU TUTTA L’OFFERTA DI GIOCO LEGALE in Emilia Romagna e quindi NON SOLO SUGLI APPARECCHI DI GIOCO che peraltro sono gli unici ad essere da Voi attaccati sulla Vostra testata sia, per l’anno 2016, pari a 6,234 Milioni di euro.
Questo “giocato” non tiene conto delle vincite che obbligatoriamente per legge ogni gioco deve riconoscere e che nel caso degli apparecchi di gioco è:
70% nel caso delle AWP
85% nel caso delle VLT
Analizzando quindi il caso degli apparecchi di intrattenimento, volendo seriamente analizzare il presunto problema causato dagli stessi, sempre riferendosi ai dati UFFICIALI di AdM, si ha che la spesa globale del giocatore in Emilia Romagna nel 2016 su tre differenti tipologie di gioco è stata di 923 milioni di euro.
Evidenzio però che questo dato si riferisce alla “spesa” effettuata su apparecchi ubicati in Emilia-Romagna e non alla sola spesa dei cittadini emiliano-romagnoli!!!
In effetti al riguardo ricordo che:
Maggiorenni residenti in Emilia Romagna al 01 gennaio 2017:
3.730.775
fonte:http://statistica.regione.emilia-romagna.it/brevi/popolazione-all1-1-2011
Turisti che sono stati in Emilia-Romagna nel 2016:
48.200.000 (!!!!!)
Fonte: Turismo, un 2016 da record per l’Emilia-Romagna: 48,2 … www.regione.emilia-romagna.it/notizie/2017/febbraio/Turismo-un… 31/01/2017 • Turismo, un 2016 da record per l’Emilia-Romagna: 48,2 milioni di presenze, oltre 1 milione in più sul 2015
Esiste quindi un rapporto di 1 residente ogni 10 turisti.
Ora pur essendo evidente che un turista permane in regione per un tempo limitato, è senza dubbio vero che ha molto più tempo a disposizione per giocare.
Quindi, a rigore, il dato sopra esposto andrebbero sicuramente “rivisitato”.
Volendo venire dietro al Vostro ragionamento tendenzioso e quindi dire che nessun turista ha mai messo un euro né mai lo metterà su tutti gli apparecchi ubicati in Emilia-Romagna ed in particolare quelli ubicati sulla riviera romagnola, si avrebbe comunque che la spesa media giornaliera di un cittadino emiliano-romagnolo (maggiorenne!) sarebbe di:
923 milioni / 3.730.775 = Spesa annua / 12 = Spesa mensile /30 = 0,7 €/gg
Meno di un caffè al giorno !!
Volendo poi vedere il fatto da un altro punto di vista non meno importante mi preme evidenziare che nel 2016 presso le ASL dell’Emilia Romagna risultavano in carico (cfr : relazione Assessore alle politiche per la salute della regione ER Sergio Venturi ): 18.357 soggetti per dipendenza da sostanze proibite, 7.060 soggetti per dipendenza da alcool, 1.412 soggetti per dipendenza da tabacco, e 1.382 soggetti per dipendenza da gioco (non da sole SLOT !!!). In effetti, secondo una recente ricerca fatta dal Ministero della Salute sulle persone in cura presso i SERT gli apparecchi da gioco (Slot e VLT accomunati nella classifica ma molto diversi tra loro in tema di pericolosità) occupano “solo” l’ottava posizione nella triste classifica della pericolosità con una percentuale del 6,6%”.
A fronte di ciò, statisticamente, di tutte le 1382 persone con dipendenza da gioco in cura presso i SERT in Emilia Romagna, abbiamo quindi mediamente 93 giocatori dipendenti da SLOT e VLT residenti in Emilia Romagna.
Tenendo conto che nella regione i residenti maggiorenni sono 3.730.775 (uno studio del NOMISMA fatto in collaborazione con l’università di Bologna dice che i minori non giocano alle SLOT) e i Comuni sono 334, possiamo affermare che la percentuale di dipendenti da Slot e Vlt in Emilia Romagna, su una popolazione residente maggiorenne, è pari allo 0,0025%, mentre il numero medio giocatori dipendenti da SLOT e VLT per comune è di 0,28”.
Nonostante questo, grazie anche alla mancanza “strumentale” di una corretta informazione alla quale purtroppo presta il fianco anche la Vostra testata, la legge di contrasto alle dipendenze da gioco in vigore nella regione colpisce solamente Slot e VLT causando già da ora un grave problema occupazionale sul territorio e la imminente chiusura di centinaia di sale giochi che hanno l’unico difetto di “esistere” e di essere ubicate a meno di 500 mt da un cosiddetto luogo sensibile, in vicinanza o addirittura all’interno del quale peraltro si possono continuare a comprare “Gratta e Vinci” oppure giocare utilizzando un smartphone.
In ultimo per completare il quadro bisogna aggiungere che laddove si proibisce il lecito ed il regolamentato inevitabilmente prolifererà l’illecito che non porta introito alle casse dello Stato, è difficilmente rintracciabile in quanto non censito ed è ben più pericoloso per il giocatore.
Sistematicamente però, tutte le altre forme di gioco riconducibili alle grandi lobby, ben più pericolose come afferma il Ministero della Salute (1° posto Gratta & Vinci/Lotto istantaneo, 2° posto Lotto/Superenalotto, 3° posto Scommesse sportive, 4° posto Poker Texano, 5° posto Altri giochi con le carte, 6° posto Bingo/Tombola, 7° posto Totocalcio/Totogol; 8° posto AWP/VLT, 9° posto Altri giochi (es. Roulette, Dadi), 10° posto Scommesse su altri eventi) nonostante l’evidenza dei dati, nonostante l’evidenza dei fatti, non vengono mai neanche sfiorate!!!!!
Ora, venendo a noi, pur capendo che risulti più semplice fare un titolo “roboante” nella direzione del “mercato” che non andare “contro corrente”, mi sarei però aspettato oltre che il meritato rispetto per un settore che lavora secondo rigidi dettami dello Stato con margini risibili, anche una scrupolosa verifica dei dati e dei contenuti degli articoli che pubblicate!
Con il vostro articolo altro non fate che contribuire ad un clima generale di ingiustificato “Procurato allarme” sui quali aspetti ci riserviamo di approfondire.
Termino dicendo che in aggiunta a tutto quanto sopra scritto con questo atteggiamento generalizzato dei media che mistifica le informazioni o le omette, la latitanza del governo, le azioni degli Enti Locali giustificate dalla TEORICA tutela del giocatore patologico, teorica in quanto un piano di azione serio richiederebbe interventi a 360° sul gioco e sulla sua pubblicità (le vedete le partite di calcio no?) e non solo sulle SLOT e VLT, si va a mettere in ginocchio un settore che era considerato a livello mondiale come uno dei più avanzati prestando il fianco all’ingresso sul nostro mercato di grandi gruppi internazionali che stanno acquisendo sempre più grandi fette di mercato.
Per capirci e rendere l’idea è come se il settore della produzione vinicola italiana, fiore all’occhiello del Paese, fosse penalizzato e messo in ginocchio da interventi locali mirati a tutelare teoricamente la salute di 8,6 MILIONI di cittadini italiani a rischio dipendenza alcool di cui 800 mila giovani (dati ufficiali fonte : ‘Relazione del ministro della Salute sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati’, trasmessa al Parlamento)… ma questo, si sa, non interessa e non fa notizia!
Massimo Roma