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Rapporto Deloitte/Casmef: “Il settore del gioco online: confronto internazionale e prospettive”

25/06/2019

Da un’analisi comparativa dei paesi comunitari in materia di regolamentazione del gioco online, effettuata da Deloitte Financial Advisory e Casmef (Centro Arcelli per gli Studi Monetari e Finanziari) all’interno del Rapporto “Il settore del gioco online: confronto internazionale e prospettive”, è emerso che l’Italia tra tutti Paesi analizzati è l’unico con il divieto totale di pubblicità. Il veto imposto dal legislatore, attraverso l’approvazione del Decreto Dignità, da una parte azzera gli investimenti pubblicitari degli operatori del settore, compromettendo gran parte dell’indotto connesso all’industria del gioco legale, dall’altra crea una falla nel sistema informativo non consentendo agli utenti di acquisire i dati e le indicazioni necessarie volte a distinguere l’offerta di gioco legale e regolamentata da quella illegale.


Infatti secondo il presidente del Casmef, Marco Spallone “se noi non permettiamo la comunicazione commerciale soprattutto nell’online dove non c’è la rete terrestre e quindi il sistema di controlli e di enforcement più efficace, nonché la visibilità dei negozi e delle sale, allora il gioco via internet diventa una giungla. Gli stessi utenti non sanno distinguere quali siano i siti legali e quali gli illegali.”


Lo studio inoltre ha approfondito anche il tema del gioco patologico. Sono state riportate e confrontate alcune analisi (una di Codere e una del Cnr Ipsad), dalle quali emerge che la percentuale dei giocatori patologici varia tra l’1 e l’1,6%, perfettamente in linea con la percentuale sperimentata dagli altri Paesi europei che nella maggioranza dei casi non va oltre il 2%. Un caso molto interessante invece è rappresentato dal Regno Unito, dove l’approccio al gioco è molto più liberale e laico, ma nonostante ciò la percentuale di giocatori patologici è inferiore all’1%. Dimostrazione inequivocabile di come le misure proibizioniste adottate dagli altri Paesi comunitari, Italia in primis, siano inefficaci e controproducenti nel contrastare l’insorgenza e la diffusione del gioco d’azzardo patologico.

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