
Nel programma di governo del M5S è scomparso il riferimento al contrasto al gioco d’azzardo.
Era stata presentata lo scorso sabato una prima bozza di programma che prevedeva 20 punti che il movimento aveva fissato come prioritari nell’azione di un ipotetico, ma neanche troppo, governo giallo-rosso di prossima costituzione.
In quella prima bozza era stato inserito un riferimento – abbastanza vago – al gioco all’interno del punto 18, dedicato alla Riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali: “contrasto al gioco d’azzardo” era stato il misero e quasi “appiccicato” riferimento al gioco all’interno della prima bozza.
Oggi, 3 settembre 2019, giorno in cui la base del movimento è chiamata ad esprimersi sulla piattaforma Rousseau sull’accordo con il Partito Democratico, il programma pubblicato sul Blog delle Stelle è cambiato: non più 20 ma 26 i punti prioritari e non vi è più traccia del rifermento al gioco.
“A nostro avviso esistono delle necessità per il Paese non rinviabili: innanzitutto tagliare 345 parlamentari, una riforma che l’Italia aspetta da molti anni giunta alla quarta lettura e fermata dal tradimento della Lega. Abbiamo inoltre il compito di impedire l’aumento dell’Iva, ma anche di lavorare a tanti temi decisivi che il nostro capo politico Luigi Di Maio ha illustrato qualche giorno fa dopo le consultazioni al Quirinale: taglio delle tasse, tutela del lavoro, avvio di un grande programma di investimenti per la tutela ambientale (green new deal) e per l’economia circolare, lotta alla criminalità organizzata, tutela e valorizzazione dei nostri beni comuni. Queste, come altre questioni determinanti per il presente e il futuro del Paese, aspettano delle risposte e delle soluzioni”. Con queste parole il Blog delle Stelle commenta le scelte sui punti che dovrebbero essere alla base dell’accordo con il PD.
Ma che fine ha fatto il riferimento al gioco e cosa c’è dietro la scomparsa del riferimento al gioco dal programma?
Semplice svista?
Difficile pensare che dopo aver basato gran parte della propria propaganda elettorale e governativa, sulla lotta senza se e senza ma al gioco, chi ha stilato i punti principali del contratto di governo abbia potuto “dimenticarsi” di uno dei temi più cari a quella parte politica.
Certo è che a rileggere oggi, alla luce del nuovo programma, quel riferimento al gioco, così vago e sbrigativo – quasi “appiccicato” – presente nella lista precedente, si potrebbe pensare che si sia scientemente deciso di eliminarlo, considerandolo un tema talmente complesso e ampio da non poter essere liquidato in quel riferimento sbrigativo e troppo vago.
Si potrebbe anche aggiungere che, dopo l’esperienza di governo nel quale grazie al gioco sono state finanziate le riforme e fatti quadrare i conti, ci sia maggiore consapevolezza di quanto questo asset sia un ingranaggio fondamentale per la macchina Paese e in particolare per le sfide che attendono il prossimo governo, come evitare l’aumento dell’IVA e rimettere finalmente il segno + davanti agli indicatori della crescita.
Sfide molto difficili e ambiziose, per le quali serviranno tutte le risorse economiche e industriali che il Sistema Italia possiede, e questo significa, al di là di ogni dietrologia sui punti del programma di governo, che non si potrà fare a meno del sostegno di un settore trainante come quello del Gioco.