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Gioco senza vincita in denaro, chiarezza normativa e coesione per uscire dall’impasse.

10/10/2019
amusement Sapar

Il settore del puro amusement è sotto scacco e scricchiola sotto i colpi di una confusione normativa che blocca gli investimenti. Il futuro del comparto e delle migliaia di aziende che coinvolge, è stato il tema del dibattito organizzato da Sapar, Federazione Amusement Confesercenti, Consorzio FEE e New Asgi nella giornata inaugurale di Roma Amusement Show.

Al tavolo dei relatori, i rappresentanti delle associazioni di categoria – Domenico Distante, Presidente Associazione Nazionale Sapar, Alessandro Lama, Presidente Federazione Amusement Confesercenti, Mauro Zaccaria, Presidente FEE, Vanni Ferro, Presidente New Asgi – con la partecipazione dell’avvocato Cino Benelli e di Maria Francesca Renzi, ordinario all’Università Roma Tre.

Unanime il monito degli operatori, che hanno invocato la necessità di un confronto costruttivo con il Governo e norme uniche nazionali. Il solo modo per superare il blocco degli investimenti causato dall’incertezza che attanaglia il settore e che rischia di condannarlo a morte.

Secondo Domenico Distante, presidente Sapar “Le sale giochi non hanno mai fatto male a nessuno, anzi hanno aiutato molti ragazzi a forgiare il proprio carattere; ora con smartphone e tablet, chiusi nell’isolamento di una stanza, come potranno socializzare e formarsi come persone?

Noi nasciamo con gli apparecchi per il puro intrattenimento e non dimentichiamo le nostre origini: per questo l’amusement è per noi al primo posto come il gioco con vincita in denaro. Dobbiamo fare quadrato e lottare tutti insieme per modificare le normative assurde che stanno condannando anche questo settore: posso garantire che da parte nostra c’è totale apertura e disponibilità. Fondamentale sarà far capire alla politica chi siamo e cosa facciamo. E noi ci impegneremo affinché ciò possa avverarsi”.

Una volta di più è stata ribadita l’urgenza di una regolamentazione chiara, che tracci una linea di confine inequivocabile tra il comma 6 e il comma 7. Questa è la strada individuata come la sola percorribile per ottenere da parte della politica e delle istituzioni un ascolto attento, evitare attacchi demagogici e indiscriminati e consentire così la ripartenza degli investimenti da parte degli imprenditori di settore.

È stato fatto il punto anche sulla ricerca indipendente che sta conducendo l’Ateneo di Roma Tre. Terminata la prima fase, che dopo un’esaustiva disamina della letteratura scientifica nazionale e internazionale dedicata al tema ha escluso l’esistenza di studi che colleghino puro amusement e ludopatia, è iniziata la seconda fase di ricerca sul campo, i cui risultati dovrebbero essere resi noti entro la fine dell’anno.

Fondamentale, secondo il parere di tutti, portare all’evidenza pubblica dati indipendenti e certi, che consentano al legislatore di entrare nel merito della questione con contezza e competenza, come avvenuto in Veneto. Solo un responso ufficiale e scientifico, che dimostri la totale indipendenza del puro divertimento dalle patologie legate a questo tipo di gioco, può sottrarre il settore all’arbitrio delle singole Regioni e conferire uniformità e chiarezza normativa. Restituendo così all’amusement la sua vera essenza di divertimento per le famiglie, momento aggregante di svago, leva di attrazione per le località turistiche.

“È necessario – ha concluso Alessandro Lama, presidente Federazione Amusement Confesercenti – ridare al più presto vita a un tavolo unico di settore, per la creazione di un disciplinare e per lavorare coesi, con la certezza che l’unione è ciò che più dà forza a tutto il comparto”.

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