
Una filiera che conta oltre 150mila lavoratori con un indotto che vale oltre l’un per cento del prodotto interno lordo ma che rischia di cedere sotto i ripetuti aumenti del Preu, il prelievo unico erariale. E infine lo spettro dei licenziamenti, sempre dietro l’angolo per circa 150 mila lavoratori del comparto e dunque il vanificarsi di investimenti in apparecchi e tecnologie, nonché il rischio di fallimento per migliaia di piccole e medie imprese e degli operatori del settore.
Oggi presso la sala stampa della Camera dei deputati, Distante ha affrontato tali tematiche insieme all’On. Mauro D’Attis membro della Commissione Bilancio (Forza Italia) e l’Avv. Cataldo Calabretta, alla presenza delle associazioni e le organizzazioni di categoria per una valutazione delle azioni da intraprendere e da mettere in campo a partire dalle prossime settimane.
In questo modo – spiega il presidente nazionale Domenico Distante, l’industria del gioco intende lanciare un allarme al Governo, ci rivolgeremo direttamente al premier e al ministro dell’Economia nell’auspicio che le nostre preoccupazioni possano essere ascoltate, ma saremo altrettanto pronti a far valere i nostri diritti in un contesto legislativo confuso, esposto a sistematici attacchi.
“Il gioco pubblico – sottolinea Distante – è diventato un bancomat con un conto salatissimo che pagano soprattutto gli apparecchi da intrattenimento.
Se si considera l’aumento del Preu previsto dalla Bozza di Decreto Fiscale l’incidenza del Preu sui ricavi raggiunge il 74,3 % per le Slot e il 61,2 % per le Vlt, a cui vanno aggiunte le imposte dirette e indirette per l’attività svolta. Un livello di tassazione insostenibile che richiede con estrema urgenza il riordino e una riforma organica in grado di riportare equilibrio, sicurezza e sostenibilità nei confronti dei cittadini. Negli ultimi 15 mesi il comparto degli apparecchi da intrattenimento è stato oggetto di un durissimo inasprimento della tassazione.
Ai ripetuti aumenti previsti dalla precedente manovra di bilancio quindi si l’ultimo che porterebbe nelle casse dello Stato altri 524 milioni di euro. Un triplo aumento nel giro di pochissimo tempo che rende sempre più difficile la sopravvivenza delle imprese della filiera. Ma ciò che è più grave è che il decreto fiscale prevede a partire dal febbraio prossimo un incremento del Preu (prelievo erariale unico) attraverso l’innalzamento delle aliquote dal 21,6% al 23 % per le Awp. Il maggior gettito fiscale per il 2021 e il 2022 è stato stimato in 288 milioni di euro circa in ragione dell’aumento dei prezzi e delle minori giocate indotte dalla stretta fiscale. In questo modo il sistema del gioco pubblico è destinato a scomparire con la messa in mobilità di migliaia di lavoratori del comparto.