
Importante appuntamento ed occasione di confronto internazionale, European Gaming Congress ha scelto l’Italia e Milano per la sua seconda edizione di Egc. Significativa la scelta del nostro paese in virtù delle vicissitudini che il settore italiano sta attraversando. Giungono però segnali positivi e riflessioni sulle prospettive che ha il Gaming a livello europeo, anche dalle parole del fondatore e responsabile EGM Zoltán Tűndik, intervistato da Gioconews.it
Cosa ci può dire in merito alla seconda edizione di Egc?
“Gli esperti del settore dei giochi si riuniscono quest’anno a Milano per una delle conferenze più importanti per discutere di conformità, marketing e altri aggiornamenti del settore. L’obiettivo del congresso è quello di riunire i leader del settore di tutta l’Europa e la missione di educare gli azionisti del settore locale sugli attuali aggiornamenti sulla conformità”.
Perché avete deciso di svolgere il congresso proprio a Milano?
“Milano è stata la destinazione più votata e date le numerose discussioni sul mercato italiano in termini di conformità, pubblicità e operazioni, è stata accolta molto rapidamente da molti azionisti del settore. Per non parlare del fatto che Milano è la città cosmopolita che ospita al meglio la nostra conferenza in stile boutique”.
Cosa emergerà da questa giornata?
“Stiamo contando sul supporto delle aziende locali per affrontare le domande giuste che gireranno intorno al settore. Abbiamo invitato le autorità locali che hanno bisogno di ascoltare i quesiti e affrontare le questioni del settore al fine di lavorare insieme e renderlo sicuro sia per gli attori che per le imprese. Oltre alle discussioni di qualità, siamo ovviamente certi che questa sia una grande opportunità per le aziende di raggiungere nuove connessioni e iniziare a fare nuove partnership, e chissà, forse Milano verrà nuovamente votata come destinazione della prossima edizione”.
Tra l’Italia e gli altri Stati d’Europa, quali differenze ci sono in merito al comparto del gioco?
“Non sono un esperto in materia ma non direi che ci sono molte differenze. Per quanto riguarda il settore dei giochi, l’Italia potrebbe avere una delle più antiche industrie di gioco e sicuramente è stata costruita attorno a cinque lussuosi casinò terrestri”.
Secondo lei, il caso Italia sul gioco (divieto di pubblicità, distanziometro e limiti di orario di gioco) è un fenomeno da analizzare a livello europeo?
“Sì, molte giurisdizioni applicano leggi simili ed è certamente un fenomeno che viene analizzato a livello europeo. È molto importante che l’industria rimanga comunicativa e si occupi di misurazioni orientate al business che hanno un impatto diretto sul loro funzionamento in ogni occasione”.
Secondo lei, le limitazioni italiane al settore del gioco possono comportare conseguenze in ambito dell’illegalità e della riduzione dei posti di lavoro?
“Ogni limitazione che ha un impatto diretto sulle entrate e sul marketing avrà un impatto sull’illegalità e sulla riduzione dell’occupazione. Le limitazioni hanno l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal gioco e proteggere i giocatori ma passare dal marketing non regolamentato a un divieto completo è troppo. Inoltre, abbiamo analizzato i rapporti provenienti da diversi punti vendita e la dipendenza dal gioco non proviene dal settore online, è il settore offline che ha il maggior numero di casi. Il gioco online in Italia rappresenta solo il 7 percento del fatturato totale del gioco d’azzardo in Italia”.
L’industria dei giochi italiana ed europea è in buona salute?
“Sulla base di numerosi punti vendita e ricerche, il mercato del gioco regolamentato in Italia ha riportato un rallentamento della crescita nel 2018 e questo trend dovrebbe continuare nel 2019 grazie al nuovo divieto di pubblicità sul gioco e alle tasse più elevate sia per gli operatori terrestri che online. Tuttavia, il mercato ha raddoppiato le sue dimensioni negli ultimi dieci anni”.
Per chi si occupa di gioco ed è chiamato ad analizzarlo e regolamentarlo nel nostro paese l’elemento più importante è l’informazione e la conoscenza del settore. In quest’ottica avere una visione più ampia ed orientata al mercato europeo può essere cruciale per valutare come vengono affrontate le dinamiche e affrontate le sfide negli altri paesi UE, con l’obiettivo di sfruttare un comparto produttivo per creare innovazione ed occupazione.