
Il Tribunale di Milano evidenzia che l’ordinanza oraria sul gioco del 2014, che imponeva limiti orari alle sale è inutile ai fini della prevenzione del Gap.
“È emersa… la sua insufficienza, se non inutilità, in difetto di altri e più incisivi interventi a tutela della salute dei cittadini più deboli, rispetto al fenomeno del Gap che si proponeva di arginare…”.
È questo il cuore della pronuncia del Tribunale di Milano che ha evidenziato l’inadeguatezza ai fini sanitari dell’ordinanza sui limiti al gioco nella città meneghina firmata dal sindaco Giuliano Pisapia nel 2014, bocciando un ricorso del Codacons contro una società che gestisce quattro sale dedicate Awp/Vlt nella città meneghina. (Fonte Gioconews)
Il ricorso richiedeva al giudice civile una pronuncia di intimazione a rispettare gli orari di blocco apparecchi e/o chiusura delle sale; il ricorso è stato respinto tenendo conto in primis della mutata giurisprudenza in primis del Tar Lazio, che a maggio 2019 ha dato rilevanza normativa ai contenuti della Conferenza Stato-Regioni ed Enti locali del settembre 2017, relativamente al tetto massimo di 6 ore al giorno per il blocco apparecchi da gioco. Tale tetto massimo è inferiore a quello dettato da Pisapia (14 ore giornaliere di stop). Una svolta importante, che sancisce una linea di condotta che restituisce valore all’accordo Stato-Regioni stipulato nel 2017, una linea ribadita anche nella recente Circolare del Ministero dell’Interno, del 6 novembre 2019, la quale esprimendo un parere nei confronti dei Comuni proprio sulla sentenza del Tar Lazio, comunicava agli stessi che le ordinanze locali devono rientrare in quanto sancito in Conferenza Stato-Regioni ( nello specifico dei limiti orari massimo 6 ore di stop e nel caso di stop superiori alle 6 ore dovrà essere specificata una motivazione di carattere “locale” previa intesa con Agenzia Dogane e Monopoli. Una decisione di fondamentale importanza, che va nella direzione più volte auspicata di una maggiore omogeneità sul territorio nazionale, laddove da anni gli anti locali hanno creato una pericolosa frammentazione dell’offerta e delle misure espulsive ingiustificate.