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Proibizionismo in Emilia Romagna: sarà vera emergenza per occupazione e raccolta. Tutti i numeri

By 15/01/2020No Comments
gioco legale distanziometro

Si è svolto oggi a Bologna il Convegno sul Gioco in Emilia-Romagna, dove sono stati analizzati nello specifico i dati e gli effetti imminenti e futuri dell’entrata in vigore della legge regionale sul gioco, la quale prevede un lungo elenco di luoghi sensibili per l’applicazione del distanziometro: istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori.

Spetta esclusivamente ai comuni effettuare la mappatura di tali punti e comunicare alle sale non in regola i provvedimenti di chiusura e agli esercizi generalisti l’inibizione ad installare apparecchi e rinnovare i contratti, con inevitabili ricadute economiche ed occupazionali.

Sono già stati individuati 766 luoghi sensibili nel comune di Bologna, 406 nel comune di Modena, 748 a Reggio Emilia, 464 a Parma, 190 a Piacenza.

Una mole gigantesca di luoghi e categorie che, oltretutto, lasciano spazi ad interpretazioni sulla natura di tali luoghi, prefigurando una serie infinita di battaglie legali per la sopravvivenza delle attività, che né i comuni e né le imprese possono permettersi.

A Bologna il 98% (circa 350) esercizi generalisti ricadono nei 500 metri dai luoghi sensibili, mentre sono 46 le sale che devono chiudere o spostarsi.

A Forlì l’85% (122) esercizi generalisti ricadono nei 500 metri dai luoghi sensibili, mentre 22 sono le sale che devono chiudere o spostarsi.

A Reggio Emilia l’85% delle sale dedicate iscritte al Ries non rispetta il distanziometro.

A Rimini oltre il 60% delle attività con Vlt non rispetta il distanziometro.

A Parma il distanziometro ricade sul 94% delle attività.

A Piacenza su circa l’80% delle sale dedicate.

Queste rilevazioni – come riportato da Agimeg – se estese sull’intero territorio dell’Emilia Romagna, determinerebbero una cancellazione dell’80% degli esercizi generalisti e del 60% delle sale dedicate. Una riduzione del gettito erariale pari a 380 milioni di euro derivante dal Preu e ulteriori 39 milioni da imposte e contributi, con conseguente perdita di 24 milioni di euro di ADM sui canoni concessori.

Questi sono i numeri, semplicemente impietosi. Non può esistere – e non ha precedenti – una misura che metta a rischio, con tale impatto, un settore economico del paese.

Quello che finisce per pesare in modo insostenibile ed inaccettabile è proprio la natura retroattiva dei provvedimenti: Il distanziometro si applica anche alle attività già esistenti e le sale gioco non in regola sono quindi costrette a chiudere o spostarsi. Verrebbe da chiedersi dove, vista la distribuzione capillare dei luoghi denominati sensibili su tutto il territorio. Non potrà che verificarsi, pertanto, lo scenario peggiore per la lotta alla ludopatia, ovvero un gioco relegato nelle periferie e nelle zone lontane dalla vita cittadina, come prefigurato nelle ricerche e studi di settore che hanno, dati alla mano, demolito l’efficacia del distanziometro ai fini della lotta al GAP. ( in questa sezione del sito SAPAR ne parliamo approfonditamente )

Ma mentre non risolvono in alcuna misura le dinamiche legate alle dipendenze, questi provvedimenti avranno ricadute molto reali sul tessuto sociale di questi comuni: stiamo parlando di 4000 posti di lavoro seriamente a rischio e di una raccolta per conto dello Stato – quindi entrate erariali – irrimediabilmente compromessa a favore della criminalità.

fonte Agimeg

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