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Endrizzi e la sua propaganda sul gioco in stile terrapiattista.

By 16/01/2020No Comments
gioco legale terra piatta

Come fanno i terrapiattisti e i complottisti delle scie chimiche a sostenere le loro idee?
Semplicemente ignorando evidenze scientifiche, dati, studi e fonti affidabili, che improvvisamente si ritrovano ad essere cancellate con un colpo di spugna, di fronte alla semplice, chiara, inamovibile convinzione che la terra sia piatta, accompagnata dall’assoluto disinteresse nello spiegare come o perchè.

Una modalità di propaganda che ricorda l’ultima dichiarazione del Senatore Endrizzi sul gioco, a commento dei dati diffusi da Ggia Mestre sugli effetti disastrosi della legge regionale dell’Emilia Romagna sul gioco, la quale imponendo retroattivamente il distanziometro comprometterá seriamente una percentuale enorme di attività legali ( si stima l’80% degli esercizi generalisti e il 60% delle sale dedicate )

“Ammesso e non concesso – dice Endrizzi – che tutte le attività di cui parla la Cgia di Mestre chiudano per via della legge dell’Emilia Romagna contro l’azzardo, sarebbe anche il caso di riflettere su tutte le risorse che i cittadini riverseranno sull’economia reale. Fiumi di denaro prima bruciati in azzardo.”

Se l’azzardo – aggiunge il senatore – si allontana dagli occhi (di chi va a scuola, in chiesa o in ospedale) si allontana anche dal cuore e lo lascia libero di dedicarsi alla famiglia, alle relazioni, ad interessi più nobili”.

Il colpo di spugna. Endrizzi ancora una volta si lancia in dichiarazioni che sono al di fuori della realtà, ignorando volutamente quelli che sono i fatti.

Parliamo ovviamente degli innumerevoli riscontri scientifici sull’inefficacia del distanziometro (in questa sezione del sito SAPAR tutti gli approfondimenti) e delle testimonianze di forze dell’ordine e magistratura su argomenti quali leggi della domanda e dell’offerta, sostituzione del gioco legale con quello illegale, evasione del gioco illegale, pendolarismo del gioco, traslazione del gioco su altre tipologie o altri canali.

Ma Endrizzi non si ferma qui, anzi, da prolifico divulgatore di fake news qual é, rincara la dose sostenendo che “ci giunge l’esperienza del Piemonte: dopo l’entrata in vigore del distanziometro, il consumo di azzardo online è aumentato meno che nelle altre regioni.”

Una teoria strampalata, folle, che non tiene conto del gioco illegale, il vero canale dove la domanda si sposta quando viene cancellata l’offerta legale, oltre ovviamente all’online che, come dice lo stesso Endrizzi, continua a crescere!

Ma questa realtá alternativa, quella raccontata da Endrizzi, non tiene traccia dei dati veri sul disastro piemontese. Già, perchè in Piemonte nel periodo immediatamente successivo all’entrata in vigore delle norme espulsive del gioco legale c’é stato un dilagare del gioco illegale, certificato dal boom di sequestri e sanzioni del 2017.
Solo nei primi 6 mesi del 2019 il dato sugli apparecchi illegali torna a crescere ed é giá 5 volte piú alto del periodo pre-proibizionismo.
Ma il dato ancora piú rilevante é quello relativo all’evasione, (pratica impossibile per il gioco legale) prioritá dichiarata dell’attuale governo giallorosso.
Se nel 2016 i tributi evasi ammontavano a 476.838 euro, nel 2017 l’evasione era quasi raddoppiata e si attestava a euro 952.708.
 Nell’anno 2018 i tributi evasi assommano alla cifra record di 4.596.919 euro.

Questi numeri rivelano i veri effetti delle misure adottate in Piemonte e sono accompagnati dalle dichiarazioni delle forze dell’ordine che stando sul territorio hanno illustrato quali sono le reali derive della riduzione dell’offerta legale.

Pertanto, con buona pace di terrapiattisti e affini, noi scegliamo di valutare un fenomeno affidandoci alla professionalità e la competenza di chi lo ha studiato e lo ha approfondito. In questo caso crediamo che studi scientifici sulla natura del giocatore patologico, leggi economiche come quella di domanda e offerta, testimonianze di magistrati, procuratori antimafia, forze dell’ordine che quotidianamente lavorano per mantenere la legalità, siano un po’ più affidabili del pensiero del senatore Endrizzi, chiamato ad operare su un comparto che dimostra ancora una volta di non conoscere.

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