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Con le nuove regole raccolta a -34%: è allarme per Stato e imprese

20/01/2020

Un dato davvero spaventoso, quello registrato sulle reti dei principali concessionari di gioco italiani e diffuso da gioconews.it. È un vero e proprio tracollo della raccolta all’interno delle sale da gioco italiane, in queste prime settimane del 2020, a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme che, come previsto, stanno mettendo in seria difficoltà le attività degli operatori autorizzati del settore e di conseguenza stanno compromettendo economia ed entrate erariali. 

Sembra che molti problemi siano causati dall’obbligo di identificazione dei giocatori attraverso al lettura della tessera sanitaria, che sta creando un enorme malcontento giocatori e operatori, e che in aggiunta alla nuova versione della cosiddetta “Win Tax” ha visto la raccolta registrare addirittura picchi di meno 40%. Quello che si stenta a comprendere è che tutti questi disservizi sono causati da una norma imposta con l’obiettivo di identificare il giocatore “elettronicamente” per verificarne la maggiore età, all’interno di un luogo – la sala – tassativamente vietata ai minori, con il controllo di accesso che viene fatto all’ingresso di tutti i locali. 

Inoltre stando a quanto riportato dagli addetti ai lavori, interrogati in merito, i giocatori che non vogliono o non possono giocare all’interno delle sale perché non hanno una tessera sanitaria o non la vogliono utilizzare, non fanno altro che cambiare la destinazione del loro investimento scegliendo un’altra forma di gioco, o semplicemente andando a giocare online su smartphone o computer.

Una raccolta, quindi, messa a dura prova dalle nuove norme, e delle ricadute difficilmente quantificabili in termini di illegalitá, visto che chi non gioca piú nelle sale autorizzate, potrebbe farlo su altri canali e in altri luoghi meno controllati.

Continueremo a monitorare i dati sulla raccolta di gioco pubblico per tirare le somme fra qualche mese, ma certamente i primi segnali non sono positivi per nessuno degli attori in campo, né per imprese e lavoratori, né per i giocatori, né tantomeno per lo Stato.

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