
Il sindaco Dario Allevi poco più di un anno fa aveva firmato un’ordinanza per limitare l’orario delle sale slot che hanno così dovuto spegnere le macchine per ben 15 ore di fila, dalle 23 alle 14: “Una decisione figlia del Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie legate al gioco d’azzardo, approvato dal Consiglio Comunale il 2 luglio 2018 su forte spinta del Consigliere Anna Maria Martinetti. Un percorso iniziato che, con questi primi risultati, ci conferma di essere sulla strada giusta per combattere una vera e propria piaga sociale com’è quella della ludopatia”, spiega il Sindaco.
“A fine 2017 sul territorio della nostra città il numero complessivo di slot era di 572 (446 AWP e 126VLT) per una spesa pro capite di 823 euro. Tre anni dopo la presenza delle macchinette è scesa a 429 (317 AWP e 112 VLT) con una contrazione della spesa pro capite di ben 548 euro (da 823 a 238,33 euro). A Monza sono solo 7 le videolottery, mentre sono 89 i bar e le tabaccherie in cui sono installate le «macchinette”.
“Questi numeri sono il risultato della nostra lotta senza quartiere alle macchinette: le slot sono sempre meno grazie al lavoro di contrasto e di prevenzione fatto in questi anni – spiegano Dario Allevi e l’Assessore al Commercio Massimiliano Longo. In particolare sono state fissate norme rigide per l’apertura delle sale da gioco e definite le cosiddette “aree sensibili”, creando di fatto una vera e propria “no slot zone”. Un’operazione di “bonifica” resa possibile anche grazie all’impegno di alcuni esercenti che per una scelta etica hanno deciso di rinunciare ad un guadagno sicuro”
Nelle parole del Sindaco sono presenti, però, due gravi inesattezze.
Come spesso accade a chi parla del settore gioco legale senza averne approfondito le specifiche e i numeri, anche il Sindaco Allevi finisce per confondere la spesa dei giocatori con la raccolta, sostenendo che la spesa pro capite fosse di 823 euro a testa prima del suo intervento. Il Sindaco però sbaglia, perché dimentica di considerare quelle che sono le vincite dei giocatori. La spesa effettiva dei giocatori, infatti, è sempre il giocato meno il vinto. Con questa semplice operazione è infatti possibile avere il dato reale della spesa, senza correre il rischio di lanciare dati sballati e fuorvianti, che saranno anche efficaci nella logica della propaganda politica, ma che purtroppo per chi li riporta sono anche falsi. Ci si accorgerebbe infatti che la spesa effettiva media del giocatore è una percentuale molto bassa dell’intero giocato, perché semplicemente gran parte del giocato torna per legge proprio nelle tasche dei giocatori. Pertanto il dato sulla spesa pro capite, di 823 prima e di 238 poi, è errato.
L’altro errore che commette il Sindaco in questa dichiarazione è quello di prendersi i meriti per la riduzione del numero di slot nel suo paese.
Vogliamo informare il Sindaco che in seguito ad una legge nazionale le slot in Italia hanno subito una riduzione del 35% nei primi 4 mesi del 2018 su tutto il territorio italiano. Pertanto la riduzione del 25% in 3 anni a Monza non solo non è avvenuta grazie al Sindaco, ma è anche inferiore alla media nazionale.
Nulla di nuovo insomma. Siamo abituati ad amministratori locali che pensano ad accaparrare facile consenso prendendo di mira l’unico settore che viene ritenuto sacrificabile, dimenticando le migliaia di addetti che ne fanno parte e la funzione di queste aziende, cruciale ed insostituibile per la raccolta per conto dello Stato e per il mantenimento della legalità. Quello che non è accettabile però è la mistificazione della realtà e la scarsa conoscenza delle dinamiche di un settore che si è chiamati a regolare.