Si è tenuta oggi presso la Commissione Finanze della Camera l’audizione nell’ambito dell’esame della proposta di legge e del disegno di legge sulla delega al Governo per la riforma fiscale. Intervenute anche le associazioni del gioco pubblico. “Vorremmo focalizzare immediatamente che la Sapar rappresenta e tutela gli interessi delle migliaia di piccole e medie imprese di distribuzione e di gestione di apparecchi da gioco con vincita in denaro e senza vincita in denaro: si tratta di piccole e medie imprese italiane che impiegano la maggior parte della forza lavoro del settore, anche per la complessità della loro operatività sui territori (raccolta delle monete e manutenzioni)”. Ha dichiarato l’avvocato Generoso Bloise, consulente legale Sapar e che rappresentava l’associazione al posto del presidente Domenico Distante impegnato a Zagabria per la riunione dell’Euromat. “Le nostre aziende fanno da presidio sul territorio e sono un punto di riferimento nel contrasto all’illegalità e nella riscossione erariale. La riduzione degli apparecchi sul mercato porta a una diminuzione dei posti di lavoro e anche una diminuzione del gettito erariale per lo Stato. Eliminare l’offerta dai generalisti equivale ad azzerare le piccole e medie imprese di distribuzione e gestione che sono quelle che operano servizi sul territorio e che impiegano più dipendenti”.
“Nella delega fiscale viene imposto un miglioramento degli apparecchi da un punto di vista tecnologico, tale concetto lo condividiamo ma la sostituzione tecnologica e la certificazione del singolo apparecchio non possono essere accettate. Sulla questione fiscale, riteniamo sia necessario il passaggio a un altro metodo di calcolo della tassazione, che dovrebbe essere sul margine e non sui volumi. Ancora,sugli apparecchi senza vincita in denaro, la normativa sulla certificazione dei prodotti rappresenta un ostacolo e comunque siamo per l’abolizione dell’imposta sugli Intrattenimenti che rappresenta un freno per il settore”.
“Infine, vogliamo segnalare un’altra grossissima difficoltà del settore: per rispettare l’obbligo di legge di tracciabilità dei flussi le piccole e medie imprese del settore hanno necessità di avere un conto corrente, ma le banche in applicazione di regole etiche o di compliance dell’antiriciclaggio preferiscono chiudere i conti a queste aziende rendendone impossibile l’operatività; è quindi necessario un intervento normativo per obbligare le banche a attivare conti correnti per l’adempimento degli obblighi di legge. L’avvocato Bloise ha terminato il suo intervento confermando alla Commissione la piena disponibilità dell’associazione Sapar per un confronto ed eventuali approfondimenti.